Luddista intellettuale a chi?
- Jorge da Burgos
- 11 feb 2020
- Tempo di lettura: 2 min
Si diceva nel post precedente che mi sono scoperto luddista intellettuale.

Questo titolo (epiteto?) me lo sono beccato quando amministravo un altro blog, anche se non ricordo di preciso per quale motivo. E allora, pensando pensando, mi sono accorto che il luddismo non è lontano da me.
(D'altra parte J. Snow dice che gli intellettuali sono luddisti per natura...) Ma cos'è il luddismo?
Recita l'Enciclopedia Treccani: "Movimento operaio che in Gran Bretagna, nel 19° sec., reagì violentemente all’introduzione delle macchine nell’industria (ritenute causa di disoccupazione e di bassi salari); prende nome dall’operaio Ned Ludd, che nel 1779 avrebbe infranto un telaio. Gruppi organizzati di luddisti entrarono in azione per la prima volta a Nottingham nel 1811; la rivolta si estese nello Yorkshire, Lancashire, Derbyshire e Leicestershire. Gravi incidenti occorsi nel 1812 provocarono una dura repressione, con impiccagioni e deportazioni dei rivoltosi, e l’organizzazione parve disciolta. Nel 1816 si verificarono tuttavia tumulti analoghi, sempre con centro a Nottingham ed estesisi poi in quasi tutto il Regno e si ebbero nuove repressioni; pose fine all’agitazione il miglioramento della situazione economica generale."

Ecco, io mi trovo in mezzo ad un mondo dove sono tutti pazzi per la modernità non tanto e non solo tecnologica, ma anche intellettuale, sociale. Oggi se non sei Henry Pass (nella foto, in tutto il suo splendore...) non te si in... ops! non ti si nota. Se non urli volgarità (come quella che stava sfuggendo dalla mia tastiera) profumatamente pagate, come un qualsiasi ospite della barbaradurso di turno, non sei argomento di discussione. Bene, questo mondo non fa per me. Questo mondo qualcuno l'ha costruito e lo sta usando (e non sono complottista!) come metodo di distrazione di massa per allontanarci dal centro di noi stessi, per rubarci l'anima. Per rubare all'uomo la sua essenzialità e sostanzialità.
Per farci credere che Dio siamo noi, mentre ci spupazziamo la realtà senza renderci conto che dall'altra parte (di questo mondo!) non c'è nessuno, solo il vuoto pneumatico.
Perché siamo rimasti soli a guardarci allo specchio mentre tafazzianamente saltelliamo sorridenti.
Ma non tutto è perduto.
Credetemi.
Basta cambiare punto di vista, e un altro bel po' di parametri, abbattendo muri tirati su a ideologie così come le ragazzine della bassa venivano tirate su a pane e latte a colazione.
Alla prossima.
Jorge da Burgos
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