E se rivendicassimo il diritto ad essere trattati come pezze da piedi dalla politica?
- Jorge da Burgos
- 27 gen 2020
- Tempo di lettura: 2 min
Al momento in cui scrivo (come dicono quelli bravi e preparati) Jole Santelli vince le elezioni regionali in Calabria quasi doppiando nelle preferenze il secondo classificato.

Non posso dare un giudizio politico perché non conosco la neo presidente, ma qualcosa posso e devo dire in generale.
Anzitutto come persona: Jole Santelli è quella che alla battuta di Berlusconi sul fatto che nonostante si conoscano da 26 anni non se l'è mai scopata (non sono volgare, uso lo stesso tipo di comunicazione di Berlusconi durante il comizio pubblico) non ha battuto ciglio, anzi s'è mostrata quasi orgogliosa, e appena eletta ha ringraziato i suoi genitori e il cavaliere; come a dire che lo tiene sullo stesso piano di chi gli ha dato la vita.
Non ho visto cortei e manifestazioni di piazza di femministe né in Calabria né altrove per protestare contro il sessismo di Berlusconi. D'altra parte non stiamo mica parlando di rivendicare il diritto ad uccidere un essere umano con un bell'aborto.
Seconda osservazione, come calabrese: il voto fascista (questa destra: Forza Italia, Lega, Fratelli d'Italia è fascista nei contenuti e nella forma) esprime pienamente la società meridionale odierna. Fatta di gente che per la maggior parte (la stessa percentuale avuta da Santelli) non cerca neanche un lavoro che gli dia lo status di cittadino, ma gioca al dottore e all'ammalato: "sto male! non ho lavoro!" dice il calabrese allo stato-dottore; che gli risponde: "non ti preoccupare! ho io la cura per te: t'inonderò di soldi che ti pioveranno dall'alto!".
E intanto, aspettiamo.
(P.S.: Sì, forse i miei conterranei non saranno d'accordo con me, perché in Calabria c'è anche una parte sana, vogliosa di lavorare e bla bla bla. Ma per ora non ha vinto.
Parere personale, eh!)
Jorge da Burgo
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