Di quando Mastro Geppetto andò ai colloqui
- Jorge da Burgos
- 21 feb 2020
- Tempo di lettura: 2 min
Questo delirio è il seguito di quest'altro.

L'assunto del primo era che, riguardo la scuola, bisogna ripartire dall'ABC, nel senso letterale del termine.
Ora vediamo un corollario, uno solo per carità.
E qui non può che sovvenirmi il classico sketch di Antonio Albanese: Colloquio con i genitori (che potete gustare in fondo a questo post come risarcimento per le corbellerie che dovrete leggere qui).
Dicevo che bisognerebbe ripartire dalle basi, in tutti i sensi: nei programmi d'insegnamento ma anche e soprattutto nel modo di intendere la scuola.
E visto che questo andazzo non è nato oggi e nemmeno ieri, vogliamo parlare dei genitori dei giovani rampolli dell'odierna società?
Anche questi genitori sono figli di questa generazione, nati all'incirca 30 anni fa, quando ormai il guaio era stato fatto.
Oggi i genitori davanti ad un insegnante che critica un ragazzo per la sua impreparazione, il suo comportamento maleducato, prendono le difese del figlio. Non perché è il figlio, ma semplicemente perché non hanno le basi culturali e umane per capire che il figlio sta sbagliando e deve essere richiamato all'ordine. Così è più facile dare la colpa all'insegnante, visto che il figlio dovranno tenerselo in casa per altri 5-10-20 anni.
L'insegnante, invece, è sacrificabile.
Lo stesso insegnante che in tante classi non può mettere una nota, non può chiedere (anche con gentilezza) che si spengano i cellulari durante l'ora di lezione.
Piccolo aneddoto sull'argomento.
Nella mia attività di cartolaio, vendo anche libri scolastici. Quando vengono ad ordinarli chiedo loro il numero di telefono per poterli avvisare quando sono disponibili. Capita a volte che vengano direttamente i ragazzi ad ordinare e che mi lascino il loro numero. E capita che se chiamo anche in orario scolastico, dall'altro capo del filo mi rispondano tranquillamente. E non con un fil di voce, ma col piglio di chi sa che alla fin fine non deve fregare a nessuno se lui sta parlando al telefono anche se l'insegnante sta spiegando che "in una trasformazione isobara, ovvero in condizioni di pressione e quantità di sostanza costanti, il volume di un gas ideale è direttamente proporzionale alla temperatura assoluta".
Machissenefrega di Gay Lussac! Tanto alla fine dell'anno ci penseranno due volte prima di bocciarmi e di perdere così un cliente per la loro azienda-scuola.
Come sempre estremizzo per quelli che hanno bisogno di emozioni forti e non riescono a restare in una normalità pacata, sensata e ricca di contenuti (che è quindi diverso dal multicentrum che invece è ricco di Omega 3).
Questo articolo, come quasi tutti i miei post, non vuole riflettere, ma solo far riflettere (e usatelo una buona volta il cervello! Almeno voi, visto che io non ci riesco); buttare lì due frescacce, che però spero restino sulla vostra coscienza da qui all'eternità.
Se siete arrivati fin qui vuol dire che avete perso due minuti della vostra vita, che forse avreste potuto passare a spippolare (termine che odio ma che usano tutti: evidentemente vorrà dire qualcosa...) sul telefono o a cavarvi caccole dal naso. Fate voi, tanto è lo stesso.
Un deferente saluto.
Jorge da Burgos
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